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Innovazione: ENEA, protoni e nuove tecnologie per la terapia oncologica

Nuovi risultati dal progetto Top Implart

applicazione della protonterapia ai tumori cerebrali

La radioterapia, nonostante la sua efficacia nel trattamento dei tumori, presenta degli effetti collaterali a medio e lungo termine sui tessuti sani. La protonterapia è una forma avanzata di radioterapia che sfrutta protoni ad alta energia per trattare specificamente i tumori. La sua caratteristica distintiva è la capacità di concentrare la dose di radiazioni sul tumore, minimizzando l'impatto sui tessuti circostanti. Questa precisione, superiore rispetto alle forme tradizionali di radioterapia, contribuisce a limitare gli effetti collaterali e a migliorare l'efficacia complessiva del trattamento. ENEA, in collaborazione con Istituti Fisioterapici Ospitalieri, l'Istituto Superiore di Sanità e con il sostegno della Regione Lazio, ha sviluppato l'acceleratore di protoni TOP IMPLART per trattamenti oncologici.

Recentemente, il primo studio preclinico condotto con TOP IMPLART, eseguito dal Laboratorio di Tecnologie Biomediche dell’ENEA Casaccia in collaborazione con il Laboratorio Acceleratori di Particelle e applicazioni medicali dell’ENEA di Frascati, ha valutato la configurazione e la procedura adottata durante il processo di irraggiamento utilizzando come modello sperimentale, il medulloblastoma un tumore del cervelletto tipico dell'età pediatrica.

L’acceleratore è stato quindi validato per studi preclinici su piccoli animali, essenziali per comprendere le strategie terapeutiche per la radioterapia oncologica umana. I risultati dello studio, che sono stati pubblicati sull'International Journal of Molecular Sciences, hanno confermato l'alta precisione di irraggiamento della macchina su tumori e strutture cerebrali di dimensioni ridotte (nel range di 6 mm x 3 mm) [1].

La sfida successiva del gruppo sarà quella di approfondire gli aspetti radiobiologici su modelli sperimentali in vivo, comparando gli effetti degli irraggiamenti con protoni a quello con fotoni (raggi X) su aree cerebrali specifiche e valutando la neurogenesi, la neuro infiammazione e l'induzione di tumori secondari.


Bibliografia

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A cura di: 
Redazione Divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute
Ultimo aggiornamento: 12 March 2024