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La nocciola viterbese: un possibile cibo funzionale?

I cibi funzionali sono alimenti che contengono, oltre ai nutrienti, componenti bioattive con un potenziale effetto positivo sulla salute. Con il lavoro appena pubblicato dal Laboratorio Salute e Ambiente in collaborazione con il Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi è stato aggiunto un nuovo tassello alla caratterizzazione funzionale della nocciola viterbese, dimostrandone la capacità antiossidante.

Benassi et al., 2023

I cibi funzionali sono alimenti che contengono, oltre ai nutrienti, componenti bioattive con un potenziale effetto positivo sulla salute, al di là della basilare funzione biochimica-nutrizionale. Un alimento può pertanto candidarsi ad essere definito nuovo cibo funzionale se viene scientificamente dimostrata la sua capacità di influire positivamente su uno o più funzioni fisiologiche, contribuendo a migliorare lo stato di salute.

In questa direzione sta lavorando da diversi anni il Laboratorio Salute e Ambiente (SSPT-TECS-SAM), in collaborazione con il Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi ( SSPT-BIOAG-PROBIO), per dimostrare le potenzialità funzionali di una varietà di nocciola tradizionale dell’area viterbese, la Corylus avellana L, Tonda Gentile Romana.

Il team ENEA ha in precedenza già messo in evidenza le proprietà della nocciola in termini di protezione della salute, dimostrando il meccanismo molecolare ed epigenetico alla base dell’effetto ipo-lipidemizzante di un estratto di C. avellana, che si attua attraverso la stimolazione del recettore delle Low Density Lipoprotein (LDL) a livello epatico (Benassi et al., 2019[1], Benassi et al., 2021[2]).

Nel lavoro appena pubblicato su Natural Product Research, dal titolo “Epigenetic-based antioxidant effect of an ethanolic extract of Corylus avellana L. on THLE-2 human primary hepatocytes[3] è stato aggiunto un nuovo tassello alla caratterizzazione funzionale della nocciola viterbese, dimostrandone la capacità antiossidante. L’estratto di C. avellana sarebbe infatti in grado di potenziare la risposta al danno indotto da stress ossidativo nelle cellule epatiche umane, attraverso uno specifico meccanismo epigenetico che vede coinvolte delle piccole molecole di RNA chiamate microRNA-34b e microRNA-34c.

 


Bibliografia

Personale di riferimento: 
A cura di: 
Redazione Divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute
Ultimo aggiornamento: 5 Luglio 2023